Tutti sappiamo che il lancio del riso è uno tra i momenti più significativi di ogni reportage matrimoniale ma molti, me compreso fino a poco tempo fa, ne ignorano origini e significato.

In realtà, è facile intuire il significato beneaugurale del gesto ma, cercando di risalire alle motivazioni che ne stanno a fondamento, possiamo scoprire un paio di curiosità in più. Il rito sembrerebbe avere origini cinesi. Nella cultura orientale, questo cereale è un alimento fondamentale e rappresenta l’equivalente del pane per gli occidentali (o della pasta per noi italiani). Miti e leggende ricollegano l’abbondanza di riso ai concetti di salute e benessere, contrapponendolo a quello di carestia. Da qui, lanciare riso sugli sposi al termine del matrimonio viene interpretato come un augurio di prosperità per la nascita di una nuova famiglia.

Tuttavia, la medesima logica può essere rinvenuta anche nell’antichità occidentale. Più precisamente, sembrerebbe che durante l’impero romano, le nozze venissero celebrate con il lancio del grano. i concetti che stanno alla base di questo gesto sono i medesimi di quelli che fondando la tradizione orientale.

Col passare dei secoli, stante la globale diffusione e la facile reperibilità del riso (attualmente è coltivato in quasi tutti i paesi del mondo e costituisce il principale alimento per il 50% della popolazione del pianeta), questo cereale è divenuto quello più utilizzato per festeggiare gli sposi all’uscita della chiesa.

 

Consigli pratici

Per primi, quelli per gli sposi, a cui ricordo che, per evitare che gli abiti (soprattuto quello nero dello sposo) si macchino a causa dell’amido contenuto nei chicchi, non converrebbe utilizzare il comune riso per alimenti ma quello appositamente venduto nei negozi di articoli per feste ed eventi. In questo modo l’abito matrimoniale di lui risulterà ancora impeccabile nel prosieguo del reportage fotografico. In secondo luogo, è risaputo che il personale addetto alla pulizia delle chiese e delle location che ospitano i matrimoni, non stravedono per pulire il riso sparso a terra e, spesso, tendono a far traslare i festeggiamenti il più lontano possibile dalle zone sottoposte alla loro gestione, chiudendo, oltretutto, bruscamente il portone non appena gli sposi lo hanno varcato, per preservare la pulizia degli interni.

Per le ragioni appena citate, negli ultimi anni, si è diffusa la tendenza a sostituire il riso con elementi meno invasi, tenendo fermo il significato beneaugurale del gesto. Possono essere, infatti utilizzati petali, coriandoli, bolle di sapone e stelle filanti. Si potrebbe optare per un colore in linea con la palette che gli sposi hanno scelto per il loro matrimonio. Le fotografie risulteranno, oltre che dinamiche, anche cromaticamente coinvolgenti.

Ora un paio di consigli per ottenere fotografie di sicuro effetto durante questo momento di festa:

  • Impostazioni di camera e flash

    Sembrerà banale ma ricordate sempre che si deve evitare che la concitazione giochi brutti scherzi. Ciò che è fondamentale ricordare per qualsiasi fotografo, uscendo dalla chiesa, è ricordarsi di cambiare le impostazioni che fino a qualche istante prima si utilizzavano all’interno della chiesa. Il giorno del matrimonio è sempre ricco di potenziali insidie per un fotografo, anche se si ha molta esperienza. Ricordarsi di adeguare la propria esposizione alla luce diurna mentre si esce di corsa dalla chiesa, è cruciale per non bruciare le immagini di un momento così suggestivo.

  • Angolo di ripresa e focale

    Si può optare per una ripresa più ravvicinata, ad una focale più corta, con un angolo leggermente ribassato (da valutare sempre caso per caso, a seconda della conformazione del contesto in cui si opera) per cogliere gli sposi e il contesto di festeggiamenti che li circonda. Alternativamente, ci si può posizionare più distanziati e più zoomati sulla coppia e concentrarsi su dettagli ed emozioni dei visi, prestando, però, attenzione affinché fra noi e i nostri soggetti non si frappongano elementi di disturbo.

  • Concentrazione e cogliere il momento

    Il lancio del riso (o dei petali/coriandoli/ecc…) dura circa una decina di secondi (spesso meno), dopodiché inizia una bella serie di saluti e abbracci. Cercate di cogliere il meglio di quei pochi secondi: il sorriso più bello, lo sguardo più divertito, il gesto più significativo. Non limitatevi a scattare una prima fototografia e basta. Osservate con attenzione ciò che sta accadendo dinanzi a voi, concentratevi sui piccoli dettagli che state ricercando (e che “fanno” la fotografia) e scegliete l’istante giusto. Le moderne fotocamere reflex hanno tempi di risposta molto rapidi, appositamente per cogliere il momento che il fotografo desidera cristallizzare e consegnare alla memoria.